Gillo Dorfles, il volto eterno e la ricerca del fuoco

"Senti il fuoco plasmando queste creature, vero? se lo senti, continua, e non fermarti mai. È questa la via giusta, ascoltare quel fuoco".
Gillo Dorfles e Alessandra Spigai
È qualche anno che custodisco questa foto sfocata come un monito e un faro. Lo confesso, ne sono gelosa e orgogliosa. Nella sua casa di Milano, piena zeppa di omaggi d'autore e pezzi esclusi di grandi artisti, mescolati a ricordi di un secolo, Gillo Dorfles quel pomeriggio mise le mani sulle foto delle mie sculture e le guardò,  con attenzione, in silenzio, un silenzio che mi sembrava infinito, mentre mi sentivo sempre più piccola. Stavamo mangiando sfogliatine buonissime portate in tavola dalla signora che guardava la casa, le sue preferite sottolineò. "Vede? io studio molto e molte cose diverse, ma quando creo qualcosa, faccio quelle cose lì. Sono attratto dai colori e da quelle forme -accennando con quel volto eterno ad un grande totem coloratissimo, al di là del tavolo - Facciamo cose diverse lei e io. Ma quello che vedo in queste sue figure è talento e fuoco. Cerco sempre il fuoco, nell'arte. Senti il fuoco plasmando queste creature, vero?- passando finalmente al tu - se lo senti, continua, e non fermarti mai. È questa la via giusta, ascoltare quel fuoco".
Non sono triste che Gillo Dorfles abbia terminato la sua lunga vita, ma sono grata che ci sia stata.


Gillo Dorfles, Contorsione, 2013, vetroresina


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