La scelta

No, non ci sono venuta ieri, alla festa. Lo so che avevo detto che forse passavo, ma no, non ci sono venuta. Impegni precedenti? si, diciamo così.
Alla fine della vita ci sarà un minuto in cui lo so che avrò una lista di cose non fatte come vanno fatte, una serie di lo sapevo, ma non ho ascoltato. Sarò idealmente lì, con un blocco a quadretti e quella lista, una matita in mano, a spuntare le righe. Sarò piena di tentativi non riusciti, bugie sfuggite al controllo, obiettivi non raggiunti. Ma ci saranno anche goal, traguardi tagliati, sorprese immeritate eppur godute, strade duramente e faticosamente guadagnate.
Chissà perchè si è sempre molto più consapevoli delle fatiche che si fanno per raggiungere una meta che non dei cedimenti.
Pesano sulle spalle sempre molto di più i sacrifici fatti e le scelte nel nome dell'onestà, della trasparenza che non le volte in cui abbiamo chiuso un occhio con noi stessi, come se le concessioni gentilmente offerte da una parte di noi stessi all'altra, fossero debolezze che si fanno poco notare, che passano immediatamente nel momento passato del "non accaduto". Come un cioccolatino divorato di nascosto a noi stessi, quando si è a dieta.
E tu, tu che non mi conosci ancora, h a i c a p i t o ?
Vivi nella mia città, sei un uomo intelligente ma tranquillo, socievole, allegro, romantico, e non vedi l'ora dopo tante storie senza un peso eccessivo, di poterti dedicare ad una donna sola, una Donna Vera. La Donna che forse stai per incontrare, che forse stavi per intravedere ieri sera, tra la gente allegra di quella serata estiva con il bicchiere in mano. Una festa come tante, donne e uomini di un certo livello, piuttosto chic ma informali, di una certa età ma con voglia di ballare. Hai tanta voglia di costruire qualcosa adesso, sei a quel punto della vita in cui i tentativi sono abbastanza, e si vorrebbe fare sul serio. Sogni intorno a lei, certo, ne hai tanti, casa grande dove ospitare gli amici comuni, dove trovare anche pace e solitudine negli spazi individuali, dove piantare un albero, vedere dalla finestra il mare, fare la griglia, un cane che corre intorno, magari un ragazzino che ti tira i pantaloni e ti chiama papà. Ma non pretendi tutto, solo una donna che ti ami davvero, da rispettare e che ti dia serenità e passione, qualche viaggio, qualche progetto in comune, poterci contare, davvero. E poi, insieme, si vedrà. Ti sei vestito sportivo, una maglietta colorata o una camicia bianca fuori dai pantaloni che fa tanto vacanza e alla festa ci sei andato fischiettando, con una certa sensazione leggera e "scesa dentro", come quando ti sembra ti vederti dall'esterno, protagonista di un film che poi non è altro che la tua vita. Appena entrato, un bicchiere di Prosecco fresco e guardavi intorno, visi conosciuti, o mai visti ma non interessanti. Si, qualche bella donna che si tira indietro i capelli sulle spalle, qualche sguardo laterale, ma no, lei non c'è ancora. Aspetti, chiaccherando con amici, hai tempo, la aspetti.

Io proprio nello stesso momento sto guidando lo scooter nella notte calda, ma quanto è evocativo l'odore dell'aria calda di notte, in estate? quante estati racchiude un solo respiro che sa di anguria, di asfalto, di salsedine, di profumo da uomo lontano?
Mentre curvo mi godo la corsa, e l'aria che mi scivola sul mento, ancora pochi minuti e poi mi fermo, parcheggiando vicino ad altri motorini, davanti al Palasport.
Quando un palazzetto o uno stadio ospitano una partita importante, tutt'intorno il tempo si ferma. Qualcuno passeggia lentamente, mani in tasca, un altro appoggiato all'asta della bandiera della Spagna, fuma una sigaretta. Silenzio, quando spengo il motore, e aspetto che la finale di pallavolo Italia Korea, termini.
Tu sei già al secondo Prosecco e guardi la porta ogni volta che suona qualcuno.

Al fischio dell'arbitro, l'inno nazionale, tricolori dipinti sulle guance tese di decine di ragazzine. Italia 3 Korea 1. Un flusso lento, composto e ininterrotto riempie le porte d'uscita di folla. Uomini giovani, commentano, facce soddisfatte, donne e ragazze tirano fuori i telefonini, ridendo con la testa all'indietro, la mia ragazzina, con altre ragazzine, spunta fuori, sorriso da orecchia a orecchia, maglietta della nazionale, adrenalina e euforia negli occhi. Ciao mamma!
Tu alla festa inizi a preoccupare. Non la vedi. Non c'è, il Suo sguardo speciale, il Suo modo di bere, e di guardarti da lontano. Non c'è.

Metto il casco, la mia piccola anche, metto in moto, sale e partiamo mentre con la mano saluta le amiche con una gioia che è felicità e stanchezza e ingenuità che si ha solo a 11 anni.
La città è viva stanotte, le sere calde portano le persone sulle strade, passeggiate rinfrescanti, granite e bar affollati con i tavolini fuori. Lo scooter corre e passiamo con quasi tutti verdi, che sembra di scivolare tra le strade invece che guidare. Potrei portarla a casa, penso, mettermi un paio di sandali col tacco e andare alla festa a farmi corteggiare un pò, a fare un po di conoscenze. Non mi sento sola in assoluto, mi sento sola in senso romantico. Arrivo quasi sotto casa che sto pensando a cosa indossare, si, la metto a letto, tanto c'è suo fratello grande che la guarda, o potrei chiamare il nonno, e chiedergli se sta q casa mia, farlo addormentare sul divano davanti a un Superquark. In fondo una festa così non capita spesso, lo so che lì potrei conoscere e incontrare molte persone, anche dare una svolta inaspettata, anche sfidare il destino. Il cellulare vibra, C. mi scrive: Vieni assolutamente, tanta gente interessante.
Lo rinfilo nella tasca, apro il portone e saliamo le scale.
Ormai ti è cambiato l'umore, un'altra serata mondana di chiacchere sterili e cazzate sull'ultimo film, donne che si strusciano, annoiate dal proprio uomo e ipotesi dell'incontro speciale, sempre più lontana. Lei non appare ancora, quanto tempo ancora devi aspettare che entri da quella porta?

E' tardi, motivo in più per continuare a comportarti bene, mi dico. Faccio un sospiro, il gatto alza la testa e mi guarda, prendo ancora qualche minuto per decidere, vado in bagno a struccarmi. Sciacquandomi gli occhi impiastricciati, alzo il viso allo specchio, mi guardo.
Mi vedo. Devi scegliere. Lo sai. QUESTO è UNO DI QUEI MOMENTI.
...

Scelgo di non andare, scelgo in investire in quello che ho cominciato, lo scelgo perchè non voglio assecondarele mie debolezze, non voglio rischiare di scivolare in compromessi nei quali non mi riconosco. Un parte di me dice vacci, vai, conosci gente, non fidarti, non fermarti, vai. L'altra mi prende sottobraccio e mi sussurra: vuoi bene a un uomo che crede in te, se ti manca qualcosa, parlagli, non imbrogliarlo. Innaffia le piante che hai, non concentrarti sugli altri terrazzi. Investi nel sacrificio di una notte di mezza estate. Se non rischi, non vincerai.
Mi asciugo il viso ormai pulito.
Gli ultimi ospiti se ne stanno andando, la festa è finita e la Donna che doveva cambiarti la vita, ancora epr questa notte è rimasta nei desideri. Un pò ubriaco, e ancora solo, ti consoli dicendoti che avrà avuto un impegno, la vedrai presto, sicuramente. Se è destino, stai per incontrarla. E da uno sguardo, la riconoscerai. Ma non stanotte.

Io intanto mi tolgo le scarpe. Questo è il segno che ho scelto. Cammino in silenzio al buio e raggiungo il letto.

Commenti

  1. Il sacrificio ha sempre una valenza di umiltà, di eroismo, di stoicismo. E di santità. E di rettitudine. Qualcuno ne trae persino piacere in fondo in fondo. Ma costa, esageratamente costa. E l'indulgenza? Sii un pò più indulgente con te stessa, diamine. Che spaccamarroni che sei Ale.
    Hai il terrore di tradire te stessa.
    Hai la fobia dei princìpi.
    Sei figlia di un'educazione autoritaria e rigorosa che penso ti sia data da sola.
    Sei così intensamente tesa a dimostrare e confermare la tua rettitudine e il Senso del Dovere al mondo e a te stessa, che ironizzi e evidenzi volutamente i tuoi difetti e le tue mancanze, piccole e umane infine, per nascondere quanto ti avviti tu te stessa sulla Morale dell'Amore (nelle varie accezioni del termine).
    Stop Ale. Anzi give it up (che è l'espressione corretta).
    C'è un mare di gente che ti vuole bene, là dentro. E qui fuori.
    Che rimbalza sulla tua corazza come gocciole di pioggia sulla lamiera di una tettoia.
    Coccola le tue debolezze. Sii un pò più stronza. E poi pentiti se serve.
    Poi fa quello che ti dice il quore con la q maiuscola. E ignora di quando in quando la morale che ti preme sul piloro.
    Poi vivi un pò più leggermente.
    Poi soffiati nella scollatura un respiro fresco in queste giornate calde.
    Poi va alle feste che meritano una visita.
    Un abbraccio,
    E.G.
    (che sennò pensi che sia chissà quale proprietario di scooter)

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  2. Grazie. Mattina cupa questa, alla faccia del sole. La scelta, si che palle. La rettitudine, mai creduta poi, che palle. E che poi fanno tutti quel cazzo che vogliono Come se lo sofrzo che faccio potesse esser compensato, anzi che mi mettesse al riparo, che mi desse l'ingresso al parco degli onesti. Ma che cavolo!
    Chiudo la casa e vado al mare! E forse pure nuda!

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  3. ilpunitoredisestesso17 maggio 2010 alle ore 15:02

    non lo so, ..ho letto, ma non ho nulla di speciale da dire.Sono l'ultimo che può parlare di rettitudine.
    Di sacrifici di vita si, ma non di altro.

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